Conte lancia un duro attacco a Giorgia Meloni: “gioca sporco”, “agitatore delle piazze”, “vuole lo scontro sociale”.
Nel panorama politico italiano si accende un nuovo scontro: il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha lanciato un attacco diretto contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante una tappa del suo tour a sostegno della candidatura di Pasquale Tridico in Calabria. L’ex premier, intervenuto a Villa San Giovanni, ha criticato duramente l’approccio del governo nei confronti del crescente dissenso popolare.
Come riportato da ilgiornale.it, secondo Conte, le scelte dell’esecutivo non mirerebbero a risolvere i problemi sociali, ma a esasperare le tensioni. In un passaggio significativo del suo intervento, ha dichiarato: “Il presidente del Consiglio si sta dimostrando il primo estremista perché evidentemente vuole lo scontro sociale”.

Le dichiarazioni di Conte: accuse senza filtri
Nel suo discorso, l’ex premier ha accusato Giorgia Meloni di usare il suo ruolo per dividere l’opinione pubblica. In particolare, ha affermato: “Abbiamo un presidente del Consiglio che sta giocando sporco”, sottolineando come “è il primo agitatore delle piazze. Sta provocando lo scontro per soffocare il confronto e non è accettabile. Lo dobbiamo denunciare”. Le sue parole puntano il dito contro un presunto uso politico del conflitto sociale: “Provoca con le sue affermazioni quasi per incitare alle reazioni e sperare forse di lucrare un qualche consenso politico”.
Conte ha anche lanciato un appello ai cittadini coinvolti nelle manifestazioni: “E allora dico a tutti i manifestanti, in tutta Italia, non cadete in trappola. Continuate a manifestare pacificamente”.
Una polemica che affonda nella gestione del dissenso
Solo ventiquattro ore prima, Conte aveva già attaccato Meloni per il suo atteggiamento verso le proteste, accusandola di non comportarsi come un presidente istituzionale: “Continua a fare la leader di Colle Oppio e non il presidente di tutti e non conosce gli obblighi istituzionali di un presidente del Consiglio”.
Sulla questione degli scioperi legati alla Flotilla, Conte ha difeso il diritto alla protesta: “Dovrebbe rispettare di più chi vuole andar per strada, in modo pacifico, ovviamente, e fare sciopero. Lo fanno a proprie spese”. E ha concluso: “Il disagio che sicuramente potrebbe derivarne è tutta sua responsabilità. Chi vuole manifestare e scioperare, lo fa perché è indignato per un governo che per 2 anni non ha detto una parola e preso misure concrete contro il genocidio in atto. Se la prenda con se stessa, si assuma, una buona volta, un po’ di responsabilità”.
Questo nuovo fronte polemico apre interrogativi sulla tenuta del dibattito democratico e sulla capacità delle istituzioni di gestire il dissenso senza esasperare i toni. In un’Italia sempre più divisa, le parole dei leader possono incendiare o calmare gli animi: la scelta, ora, è tutta politica.